Grazie alla partecipazione del nostro studio al workshop sul Design thinking - La creatività incontra l’impresa, tenutosi a Piazzola sul Brenta il 25 marzo 2019, promosso dalla C.C.I.A.A. di Padova in collaborazione con Galileo Visionary District, grazie soprattutto allo stimolante e proficuo confronto e lavoro in team “sul campo” che è stato programmato per l’evento, è stata un'interessante occasione per riflettere e giungere ad una rinnovata visione volta alla valorizzazione di chi si occupa di innovazione a vari livelli.
Da riflessioni spontanee sulle condizioni attuali in cui versano le aziende, la necessità di analisi dell’offerta, sino alla “fame” di formazione e innovazione, all’interscambio di esperienze e di collaborazione senza filtri “accademici”, per arrivare alla proposta di miglioramento generale delle condizioni di lavoro che valorizzerebbe stimoli e creatività in genere, hanno fatto sì che tutti i partecipanti abbiano impresso una spinta alla volontà di sfruttare l’occasione di crescita in un’ ottica collaborativa per creare quella sinergia tra aziende che fatica sempre a decollare per pregiudizi dai quali nessuno di noi è immune. Da ciò che è emerso l’occasione di “fare impresa insieme” richiede una buona dose di fiducia reciproca, di trasferimento, anche temporaneo, di competenze e ruoli: di volontà quindi di ”Innovare in azienda” nel senso più alto e ampio del termine, di essere creativi e di affrontare il problem solving osando e raggiungendo nuove soluzioni mai pensate prima.
Industria 4.0: quanto ne abbiamo parlato e quanto si continua a farlo. Lo sviluppo cibernetico e l’intelligenza artificiale, direzione che sempre più ha condizionato il mondo del business in genere, è stato indubbiamente l’argomento tra i più impattanti almeno inizialmente del workshop. Sviluppare idee che vanno in questo senso, per i non addetti ai lavori, sembra una strada chiusa, eppure… Come si può parlare di “intelligenza” se si prescinde dall’uomo che pensa, sbagliando pure, tuttavia crea, sviluppa, cambia, monitora la “macchina”?
La conclusione è tanto semplice quanto illuminante: alla base di tutto comunque è sempre e solo l’uomo, con il suo intelletto, la sua curiosità, la sua testardaggine e la volontà di progredire per sé e per l’ambiente che lo circonda la vera macchina del futuro. Allora come r-“innovare” questa macchina sempre simile a sé stessa ma sempre così diversa? Pensare partendo da idee mai prese in considerazione prima è un buon inizio ed in ambito aziendale, la creazione di gruppi di lavoro che abbiano un unico obbiettivo ma che partano da basi diverse, può risultare una risorsa inestimabile all’interno di una azienda, anche se questa è di piccole/medie dimensioni. Certo è che non è sempre facile concretizzare idee che scaturiscono da questi “incubatori” aziendali, pertanto la ricerca di consulenti extra-aziendali a cui affidare alcuni compiti che si rivelano indispensabili, spesso è d’obbligo. Ed è proprio qui che il “blocco” del pregiudizio, della diffidenza che ci portiamo dentro fa emergere tutte le paure che stanno alla base della mancata crescita. Se poi vi aggiungiamo scarse risorse economiche, sfiducia nelle istituzioni, scarsa formazione ed un business plan debole, l’immobilismo e la paura prendono il sopravvento.
Allora come si superano queste barriere all’apparenza insormontabili? Con il coraggio dell’azione e dell’apertura al passaggio generazionale di competenze e conoscenze, favorendo e premiando le attitudini del personale impiegato in azienda, anche dei più giovani ricchi di entusiasmo sebbene apparentemente carenti di esperienza.
E quando si parla di incentivi all’innovazione, non sempre si tratta di riconoscimenti economici, spesso si tratta di benefit e miglioramenti delle condizioni di lavoro anche a basso impatto economico che fanno sì che l’ambiente di lavoro non appaia oppressivo e cinico, come ad esempio aree ricreative riservate al personale o il bonus neonati oppure, ancora, corsi di lingua straniera organizzati dall’azienda.
Ecco perché quando si parla di innovazione non si può e non si deve prescindere “DALL’UOMO” e dalla sua intelligenza tutt'altro che artificiale. E’ su noi stessi che dobbiamo puntare, lavorare, sempre e comunque, in qualsiasi settore operiamo, affinché le fondamenta del nostro successo e dell’azienda di cui siamo parte attiva continui a rappresentarci nel mondo e dimostri la capacità di vedere oltre i nostri limiti.
“Stay hungry, stay foolish”, Steve Jobs, Stanford University, 12 Giugno 2005